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Il Lamento Cittadino

Esiste uno studio scientifico sul numero di suoni naturali esistenti sulla terra e, parallelamente, la percentuale di minaccia di quest’ultimi da parte dell’uomo.

Nel corso della storia la natura ha avuto un aspetto fondamentale per l’evoluzione dell’uomo e per la sua sopravvivenza sulla terra. Essa veniva venerata e temuta, quindi rispettata nel suo originale aspetto.
L’evoluzione ha portato l’uomo ad avere un ego sempre maggiore, sentendosi superiore alla madre che lo ha tenuto su di se dalla sua nascita.

‘Il lamento cittadino’ parla di essere viventi, umani, esasperati dal rumore, da suoni che giungono sofferenti alle orecchie.
Quindi scappa, ritorna a quelle melodie, originali, primordiali e colorate. Il suo spirito riprende la luce di una nuova vita, lontana dal grigiore del metallo, dalla cupezza dello smog.

L’idea, perpetua e perforante, del ritorno alla natura.
Circondati da suoni che non ci appartiengono, rumori metallici, sfrigolii d’asfalto e chiacchiere fra clacson.
La canzone che ci portiamo è quella del ruscello cullante e dell’albero materno. Il suono che ritorna dentro di noi, nelle orecchie, è la pioggia che batte sulle foglie, lasciando rugiada fresca al mattino.

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